Ah…Parigi: il Louvre, l’Arco di trionfo, ma soprattutto, la
Torre Eiffel!
Il monumento simbolo della Francia fu inaugurato a Parigi il 31 marzo 1889, dopo 2 anni, 2 mesi e 5 giorni dall'inizio dei lavori.
Così battezzata dal nome del suo costruttore, l’ingegnere
Gustave Eiffel, rappresenta un emblematico esempio di
architettura del ferro, un tipo di produzione architettonica diffusasi in Europa tra la fine dell'800 e la prima metà del ‘900:
18.000 pezzi, fissati tra loro con circa 5.000.000 di bulloni, per un totale di 10.000 tonnellate di peso e 324 metri di altezza.
Ma come conservare un monumento così imponente, costruito di un materiale non particolarmente resistente agli agenti atmosferici?
Se la Torre Eiffel non venisse periodicamente
ricoperta di uno strato protettivo, finirebbe come qualunque oggetto di ferro lasciato alle intemperie, coperto di
ruggine.
ll meccanismo di formazione della ruggine vede coinvolte diverse reazioni chimiche con la CO2, l'umidità e l'ossigeno dell'aria, ma anche con l'anidride solforosa.
Il processo è tanto più rapido quanto più la superficie è esposta all'aria, o se il materiale è sottoposto ad uno sforzo meccanico, come nel caso della Torre Eiffel.
L’arrugginimento del ferro, elemento numero 26 della Tavola periodica, è un processo progressivo: la ruggine infatti è un materiale poroso e friabile, che di solito tende a staccarsi dalla superficie lasciando le zone sottostanti esposte a ulteriore ossidazione, procedendo in maniera inesorabile nella corrosione del materiale.
Per questo
la torre viene ridipinta ogni 7 anni da 25 pittori che sfidano il vuoto, lavorando ad altezze vertiginose.
Sarebbe dovuta essere smantellata dopo l’Esposizione Universale,
ma fortunatamente la Dam de fer (o “asparago di ferro”…!) venne risparmiata ed oggi svetta ancora meravigliosa nei cieli della Ville Lumiere.