Il
manganese, numero 25 della Tavola periodica, è un
metallo grigio-bianco, simile al ferro, suo vicino di casa, per proprietà fisiche e chimiche, ma più duro e molto fragile.
Pochi sanno che la storia di questo elemento è molto antica: pigmenti a base di diossido di manganese sono stati ritrovati in
pitture rupestri di 17.000 anni fa. Gli
egizi e i
romani lo usavano per la fabbricazione del vetro, per renderlo incolore o per colorarlo di viola, mentre gli
spartani lo impiegavano assieme al ferro nella lega che garantiva alle loro armi quell'invincibilità diventata leggendaria.
Recentemente il manganese è tornato a fare capolino nella tavolozza con
Blu YinMn, l’ultima
tonalità di blu ad essere stata
sintetizzata. Un nuovo pigmento inorganico di blu la cui bellezza è legata non solo al colore in sé, ma anche alla sua
purezza: il nuovo blu risulta infatti privo di pigmenti sia bianchi che neri.
Il nome nasce dagli elementi che lo compongono: ossido di manganese nero mescolato ad altre sostanze chimiche – ossido di ittrio bianco e ossido di indio-stagno giallo – riscaldato a temperature che raggiungono i 2000° Fahrenheit.
La struttura cristallina del composto permette agli ioni di assorbire le onde rosse e verdi dello spettro elettromagnetico, riflettendo il blu.